venerdì 13 febbraio 2009

Benvenuti nel nostro Blog,
ci auguriamo che questo spazio possa ospitare commenti sereni e costruttivi, idee e suggerimenti per un futuro migliore del nostro amato sport.

6 commenti:

  1. Benvenuti a voi, vinca il migliore.

    Fabrizio Carassai

    RispondiElimina
  2. Salve,
    vorrei conoscere la vostra posizione in materia di doping.

    Grazie.

    Fabrizio Carassai

    RispondiElimina
  3. Caro Fabrizio, ecco la risposta.

    Lo sport è regola. Se non ci fosse il regolamento tecnico non esisterebbe neanche il triathlon, ognuno farebbe una cosa diversa.
    Nel momento in cui si viola la regola non si fa più sport. Il doping è violazione della regola, è l'ottenimento di risultati con un mezzo diverso dalla fatica e dagli allenamenti.
    Chi si dopa non fa sport perchè ne viola l'essenza perciò non è meritevole di appartenere all'ordinamento sportivo. Chi si vuole impegnare per rappresentare il mondo dello sport deve fare tutto quanto è nelle sue possibilità per cercare di sradicare ogni apertura, anche solo di pensiero, al doping. Anche una minima giustificazione per chi si dopa annulla in toto la filosofia sportiva, solo che talvolta non tutti ne sono consapevoli. Noi vogliamo che ogni singolo tesserato FiTri ne sia consapevole.

    Con questa consapevolezza, il fatto che il doping sia punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e che sia provato scientificamente che è estremamente dannoso per la salute, in alcuni casi anche letale, potrebbe assumere anche una connotazione marginale. Faremo informazione e propaganda anche su questo.

    Nel concreto proponiamo: rigida applicazione del Codice WADA e dei metodi di miglior pratica, potenziamento dei poteri inquirenti degli organo federali preposti, informazione sul doping involontario e sulle procedure per ottenere l'autorizzazione all'uso terapeutico dei medicinali dopanti, stretta collaborazione con il Laboratorio certificato dell'Acqua Acetosa, costante riscontro e aggiornamento con le altre federazioni e con gli organismi internazionali, risalto fondamentale nella Carta dei Diritti e Doveri che tutti gli atleti di interesse nazionale dovranno sottoscrivere per poter partecipare all'attività internazionale.

    E' una lotta durissima ed impari perchè il doping è sempre una passo davanti l'antidoping ma è nostro compito, così come di ogni amante dello sport, fare ogni sforzo per combatterlo.

    Neil Mac Leod, candidato quota dirigenti

    RispondiElimina
  4. OK OK risposta soddisfacente ma anche abbastanza prevedibile. Del resto esiste un regolamento internazionale in merito, e anche piuttosto rigido. La domanda più insidiosa (con tutti i riferimenti possibili alle recenti vicende) potrebbe essere: "Visto che è la federazione, attraverso un comunicato del C.T., a convocare gli atleti per gli eventi internazioneali, in caso di coinvolgimento in vicende riconducibili inequivocabilmente al "sistema" del doping come si comporta le federazione?" Mi spiego meglio: se un'atleta di interesse nazionale è coinvolto in un'inchiesta sul doping ma non è stato trovato positivo nè condannato (è una verità inconfutabile che la federazione è sempre al corrente delle inchieste in cui sono coinvolti i propri atleti), vale il principio della presunzione d'innocenza o, perlomeno vengono sospese tutte le convocazioni per cercare di restringere l'attività dell'atleta in questione alle gare nazionali o comunque alle sole gare la cui partecipazione è a totale discrezione e responsabilità dello stesso?
    Insomma è meglio sciacquare i panni sporchi in casa o attendere pacificamente che sia la storia a svelare chi aveva ragione e chi torto per il principio che "uno è pulito finchè non viene preso con le mani nel sacco e da quel giorno in poi verrà considerato la diretta emanazione del diavolo"?
    (diciamo che la mia è una domanda_suggerimento)

    Non so se nelle intenzioni degli ideatori di questo "spazio" la discussione avrebbe dovuto prendere questa piega, comunque...già che ci siamo, diamo un po' di vita a questo forum...
    Ligernano

    RispondiElimina
  5. Ciao Ligernano,
    la risposta la pubblico io anche se è stata scritta dal nostro candidato consigliere Neil, esperto in materia.

    Ti ringrazio per l 'apprezzamento! Ti dico subito che per rispondere esaustivamente alla tua domanda dovremmo scrivere un libro, la materia ha una portata che travalica il diritto sportivo e arriva a toccare le libertà fondamentali della persona. Proverò ad essere esaustivo in poche parole poi mi dirai se sono stato chiaro.

    La normativa Fitri in materia di antidoping rimanda interamente a quella del Coni che altro non è che il Codice Wada tradotto in italiano. Da quello non si scappa ne lo possiamo modificare.
    In esso è previsto che l'Ufficio di Procura antidoping è competente in via ESCLUSIVA a compiere tutti gli atti necessari per l'accertamento delle responsabilità di tesserati che abbiano posto in essere una qualche violazione del Regolamento Antidoping. é altresì legittimata a richiedere provvedimenti cautelari, anche al fine di impedire reiterazioni. Se la procura ritiene che tu effettivamente hai compiuto una violazione ti sospende anche prima di formulare il deferimento e sottoporti al processo, uguale a come avviene nel diritto penale.
    Dal momento che la procura è composta da esperti medico legali che ne sanno di gran lunga molto di più di ogni consigliere e candidato, in base a quale presupposto se non adottano loro provvedimenti cautelari li faccio adottare io Federazione?

    Inoltre presidente e consiglio federale sono organi esecutivi, non giudiziari, pertanto non possono decidere neanche in via cautelare su una violazione del regolamento, per il principio di separazione dei poteri previsto dallo Statuto, ( quello che si sono dimenticati a Viverone l'anno scorso). Berlusconi governa mica manda in galera la gente? (ci manca solo quello!!!)

    Se si dicesse apertamente ai selezionatori di non convocare più gli atleti indagati ma non sospesi, io atleta escluso la prima cosa che farei è chiamare un avvocato per ricorrere prima In Camera di Conciliazione del Coni ( ora TNAS) e in caso di rigetto davanti al TAS di Losanna per modificare questa decisione perchè travalica le competenze federali e viene a ledere il diritto a gareggiare dell'atleta. Ed è gia successo che i giudici modificassero le convocazioni sostituendosi di fatto ai Direttori tecnici.

    L'unica opzione che vedo possibile è una linea d'azione segreta con il quale il DT tende a non convocare gli atleti indagati mascherando la non convocazione con motivazioni discrezionali, in tal caso inconfutabili dal giudice, del genere: sembra forte in realtà è uno scarsone.

    Ma il complicato viene adesso: tu sei un atleta fortissimo e pulitissimo, non prendi neanche un aspirina se ti viene un raffreddore,sono dieci anni che ti alleni e fai sacrifici, hai vinto tutto quest'anno e vuoi andare a vincere pure i mondiali. Io che sono scarso e non mi alleno però sono invidioso di questo e faccio arrivare delle false informazioni in Procura antidoping che apre su di te un fascicolo ma capendo già che le informazioni non sono molto fondate non ti sospende ma si limita a continuare ad acquisire altri elementi. La federazione viene prontamente informata di ciò e avvisa in base alla famosa linea d'azione segreta il DT che ti dice mentendo che alla fine non sei forte quanto credi e non ti convoca più ai mondiali mandando in fumo letteralmente dieci anni di sacrifici e sofferenza. Tu come la prenderesti?

    Questa tua risposta è determinante per capire la portata del problema che ti sei e ci hai posto. Gli atleti elite hanno gli stessi diritti delle persone normali, che non possono essere lesi solo perchè potrebbero essere potenziali dopati. ma gli stessi elite non possono eludere i controlli solo perchè questi potrebbero ledere i loro diritti. Il problema sta nell'individuare il confine tra tutela dei diritti degli atleti e tutela del regolamento antidoping.

    Ma questo è un problema che riguarda il mondo dello sport in toto e che per fortuna compete alla WADA, noi dobbiamo applicare il Codice e cercare di supportarlo il più possibile con le iniziative collaterali che ho detto sopra, soprattutto diffondendo quanto più possibile il concetto che chi si dopa non fa sport, fa altro.

    Cordialmente
    Neil MacLeod

    RispondiElimina
  6. Grazie Neil per la chiarezza e la sintesi. Hai pineamente ragione quando dici che ci vorrebbe un libro per avvicinarsi con un po' di coscienza in più all'argomento che, peraltro, riguarda casi rarissimi nel nostro sport. Io mi chiedevo (e tu mi hai già risposto) se la federazione potesse legiferare a proprio piacimento in materia, uniformando il proprio comportamento di fronte a casi di doping (accertati o presunti) cioè: "se succede questo, allora puoi fare/non puoi fare". E in caso di risposta affermativa, come si comporterebbe l'equipe scelta dall'ipotetico presidente Raineri. Basta pensare al comportamento, a parer mio disomogeneo, di una grande federazione come quella ciclistica che blocca determinati atleti in attesa di giuduzio e ne fa correre (in maglia azzurra) altri nelle stesse condizioni.
    Ligernano

    RispondiElimina